Il tema delle badanti
continua ad essere centrale all’interno di una società che tende ad
invecchiare, come quella italiana. Con l’allungarsi dell’aspettativa di
vita, che secondo le ultime statistiche fornite da Istat
si attesta a 80,1 anni per gli uomini e a 84,7 per le donne, per molte
famiglie è infatti diventato molto importante rivolgersi a persone
preparate e dotate della necessaria umanità cui affidare i propri
anziani e permettere loro di avere comunque una qualità della vita
sufficiente, anche nell’ultima fase della propria esistenza.
Il
tema si è poi andato ad intrecciare con quello dell’immigrazione,
generando una certa confusione, in quanto solitamente la badante arriva
nel nostro Paese con un regolare contratto di assunzione, stipulato con
la famiglia interessata. Se il dibattito sulle badanti provenienti
dall’estero assume spesso toni confusi, rimane però un dato
assolutamente certo: senza di loro, per molte famiglie sorgerebbero
grandi problemi.
Naturalmente se si vuole avere la sicurezza di un servizio ottimale, occorre trovare personale qualificato,
ovvero badanti che non solo siano preparate a svolgere al meglio la
loro mansione, ma che abbiano anche le doti umane necessarie per potersi
occupare di un segmento di popolazione particolare come quello
rappresentato dagli anziani. Le differenze culturali non sempre si
trasformano in una opportunità per la famiglia interessata, bensì nel
suo opposto, creando motivi di frizione che possono infine spingere le
controparti a terminare prima del previsto il rapporto instaurato.
A volte, inoltre, la ricerca di personale di questo tipo viene
praticamente resa inutile dall’improvvisa decisione della lavoratrice
assunta di rimanere in patria, magari per sopravvenute esigenze
all’interno della famiglia di provenienza. I problemi di non poco conto
che vengono a crearsi sono tali da poter comunque essere risolti
intraprendendo una strada alternativa, quella rappresentata dal
cosiddetto ospedale a domicilio. In pratica stiamo parlando di un
servizio garantito dal nostro Servizio Sanitario Nazionale all’interno
dei LEA, i Livelli Essenziali di Assistenza,
grazie al quale diventa possibile assicurare una risposta sul
territorio ai bisogni estremamente complessi di salute prospettati dalle
persone non autosufficienti, in particolare gli anziani, oltre che teso
a gestire la disabilità, lieve o pronunciata che sia.
L’ospedale a domicilio: di cosa si tratta?
Per
capire meglio un servizio di questo tipo, occorre ricordare come la sua
erogazione vada a corrispondere alle necessità di tutte la parti in
causa. Assicura infatti un notevole beneficio alla persona assistita, la
quale può essere seguita con maggiore scrupolo e rimanendo all’interno
del nucleo familiare, ai suoi parenti stretti, i quali non saranno
costretti a doversi prendere sulle spalle responsabilità per le quali
non possono essere preparati, e allo stesso Servizio Sanitario Nazionale, che può assistere la persona interessata riducendo però i costi necessari.
Quando
si vanno a soppesare i vantaggi assicurati dall’ospedale a domicilio,
diventa assolutamente centrale la questione relativa al peso di cui
viene ad essere sollevata la famiglia. Bisogna infatti sottolineare con
grande forza come le persone anziane, magari afflitte da demenza senile o
altre patologie di questo genere, abbiano esigenze tali da non poter
essere affrontate al meglio dai familiari. Per poterlo fare bisogna
padroneggiare problematiche del tutto particolari, cui può ovviare solo
la professionalità del personale specializzato in questo ambito. I
familiari, solitamente, non sono in grado di provvedere ai bisogni
dell’anziano, rischiando infine di ritrovarsi schiacciati da
responsabilità improprie. In casi come questo, di conseguenza, al
disagio dell’anziano si andrà ad aggiungere quello delle persone a lui
vicine, generando una questione che rischia in breve di deflagrare,
portando infine a scelte errate.
Molto spesso, questi nuclei
sono quindi obbligati a rivolgersi al pronto soccorso, cercando poi di
posticipare al massimo la dimissione dalla struttura o addirittura ad
opporsi. La situazione che si viene a creare in casi di questo genere
potrebbe essere tranquillamente evitata ricorrendo appunto
all’assistenza domiciliare, grazie alla quale l’onere andrà a ricadere
su personale altamente specializzato e in grado di capire le reali
esigenze dell’anziano.
Serve personale specializzato
Il
servizio noto come ospedale a domicilio può essere soggetto ad alcune
variazioni dovute alle linee guida stabilite regione per regione.
Solitamente, però, esso è strutturato in modo da garantire: 1) almeno
due ore di presenza infermieristica nel corso della giornata; 2) la
visita giornaliera di un medico, che può essere ospedaliero oppure
generico (in questo secondo caso tenuto a coordinarsi con la divisione
ospedaliera di riferimento); 3) il continuo contatto con il personale
ospedaliero teso ad evitare eventuali scompensi; 4) la possibilità di
avere visite di carattere specialistico.
Per quanto concerne invece
le malattie che possono essere affrontate con questa modalità di cura,
sempre facendo salve le possibili variazioni di carattere regionale,
esse sono in particolare i tumori, le malattie celebrali croniche e
quelle che colpiscono i vasi sanguigni periferici, le ischemie cardiache
e le problematiche conseguenti ai lunghi periodi di mancata mobilità.
Si tratta in effetti di una soluzione adatta sia agli anziani che ai
malati in fase terminale, rappresentando anche una possibile alternativa
a periodi di degenza prolungati che potrebbero infine avere
ripercussioni negative sulla persona interessata.
Come si può
facilmente comprendere, il vero valore aggiunto di un servizio di questo
genere risiede nella capacità degli operatori, che devono prestare i
loro soccorsi stabilendo immediatamente un rapporto di fiducia con
l’anziano. In tal senso noi del Gruppo Sanimedica
cerchiamo di garantire il necessario livello di empatia tra paziente e
operatore, puntando su figure dotate anche dal punto di vista umano, non
soltanto professionale. Un’esigenza che nasce dalla consapevolezza che
un servizio come l’ospedale a domicilio, che può durare mesi, presuppone
lo stabilimento di un reale contatto tra colui che ha bisogno di
assistenza e chi invece è chiamato a prestarla. Soprattutto a vantaggio
dell’assistito.