L’inizio del 2025 ha segnato un’ulteriore fase critica per il Servizio Sanitario Nazionale, con tempi di attesa per visite ed esami diagnostici che in alcuni casi superano l’anno. Un’analisi condotta su testimonianze dirette dei cittadini mette in evidenza un quadro variegato, spesso iniquo, dove l’accesso tempestivo alle cure risulta sempre più vincolato da fattori geografici, economici e tecnologici. In questo contesto, la sanità privata – e ancor più i servizi di assistenza domiciliare – stanno assumendo un ruolo sempre più rilevante.
La realtà dei tempi di attesa
- In regioni come la Lombardia, le liste d’attesa arrivano fino ad aprile 2026 per alcune prestazioni, spingendo molti a rivolgersi al privato.
- Esistono forti disparità territoriali: a pochi chilometri di distanza si può passare da 4 mesi a 7 giorni di attesa per lo stesso esame, come l’Entero RM.
- Anche all’interno delle stesse regioni si evidenziano differenze marcate: ad esempio, in Piemonte una visita oculistica urgente che nel 2017 si prenotava in due giorni, oggi non trova disponibilità nemmeno in 12 mesi.
Mobilità e disuguaglianza nell’accesso alle cure
- Chi non ha un mezzo di trasporto proprio spesso non può beneficiare delle strutture con tempi più rapidi.
- I costi dei trasporti (es. taxi per visite in altre città) possono diventare insostenibili per molti, aggravando ulteriormente le disuguaglianze.
Adattamenti e digitalizzazione
- Alcuni pazienti riescono a ottenere prestazioni in tempi brevi grazie all’uso intensivo delle app del CUP, verificando più volte al giorno la disponibilità.
- Questo però esclude chi ha scarse competenze digitali o limitato accesso a internet, alimentando una nuova forma di disparità.
La risposta della sanità privata
- Le strutture private stanno colmando i vuoti lasciati dal pubblico. Un caso emblematico riguarda una prestazione assegnata dal SSN con data nel 2026, eseguita nel privato (nella stessa struttura) in appena due settimane.
- Le polizze sanitarie private vengono considerate sempre più una necessità, pur sollevando interrogativi etici sul diritto universale alla salute.
Le criticità strutturali del SSN
- Vi sono anomalie nel sistema delle priorità cliniche: prestazioni con priorità “breve” (B) talvolta hanno tempi più lunghi di quelle “differibili” (D).
- La carenza di personale e i meccanismi di valutazione interni spingono le strutture a privilegiare le prime visite a scapito dei controlli, distorcendo l’uso delle risorse.
Il ruolo crescente dell’assistenza domiciliare
Alla luce di questo scenario, servizi come quelli offerti dal Gruppo Sanimedica rappresentano una risposta concreta e professionale alla crisi del sistema pubblico. Con sede a Roma, Sanimedica si distingue per un’ampia offerta di assistenza domiciliare, sia in forma privata che convenzionata (ADI), grazie a un team multidisciplinare di medici, infermieri, fisioterapisti, OSS e badanti. Le prestazioni vanno dalle visite specialistiche a domicilio alla diagnostica per immagini in loco, fino al supporto psicologico e al trasporto in ambulanza.
Sanimedica è accreditata dalla Regione Lazio e rappresenta un modello virtuoso di sanità di prossimità, capace di garantire qualità, tempestività e comfort per il paziente, soprattutto per coloro che hanno difficoltà a spostarsi o a gestire le lunghe attese del pubblico.
Conclusione
In un contesto in cui i tempi di attesa nel servizio pubblico rischiano di compromettere seriamente il diritto alla salute, è fondamentale guardare a modelli integrativi e personalizzati di cura. I servizi di assistenza domiciliare rappresentano non solo una scelta logica, ma anche etica e sostenibile.
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